Curioso e interessante che contemporaneamente allo scandalo dei licenziamenti dell'Opera di Roma di cui nessuno parla, sia iniziato il live di XFactor di cui parlano tutti: ricercando su Google "licenziati opera di roma" compaiono circa 517.000 risultati mentre "XFactor" ce ne riserva 11.100.000. Eh già, perché noi italiani siamo il popolo del lamento: sempre pronti a piangerci addosso perché siamo bistrattati ma ci schieriamo solo quando vengono toccati i nostri interessi personali: dalla parte degli insegnanti (se no penalizzano i nostri figli a scuola); dalla parte degli autoferrotramvieri (se no non possiamo tornare a casa dal lavoro); dalla parte degli operai (nostro marito è uno di questi), contro la Fiat, contro Alitalia, contro coloro che vendono l'Italia all'estero perché ci sono in ballo i portafogli di milioni di italiani di fronte a cui "i 182" dell'Opera di Roma sono ben poca cosa. Sono "solo" 182 famiglie italiane e quindi non vale la pena informarsi, schierarsi, portare avanti la loro causa.

Perché noi italiani siamo ignoranti, infingardi, pressappochisti e fancazzisti. Ci piace la vita facile e ci piace guadagnare "una cifra" senza fare niente. Poi ci lamentiamo: che i sudamericani ci hanno rubato le edicole e le consegne a domicilio, che i romeni ci hanno rubato i posti da muratore e via discorrendo... quello che non ci ricordiamo è che l'edicola si apre alle 5 del mattino e si lavora 7 giorni su 7; che a fare le consegne a domicilio si portano pacchi pesanti e si fa fatica, come faticoso è il lavoro del muratore dove ci si spacca la schiena.

I reality vengono visti come la via facile per fare soldi e successo e qui arriviamo proprio ad XFactor. Lo ammetto, lo seguo anche io. Fintanto che ci siano musicisti veri fra i concorrenti e badate bene che parlo di coloro che la musica l'hanno studiata davvero: tutti gli altri sono solo musicanti. E meno male che c'è Morgan che mi diverte, perché in fondo finiti i musicisti veri poi mi annoio e Xfactor lo seguo per lui.

Certo è un personaggio controverso e insopportabile: abiti estrosi, atteggiamenti esagerati, a volte davvero antipatico. Ma di fronte alla cultura (non solo musicale) che ha, io poi gli perdono tutto.
Morgan ed Elio (che purtroppo da quest'anno ha abbandonato la reality-barca) lo hanno capito: cultura e intelligenza non van di moda perché si diventa noiosi, bisogna accoppiarle a qualcosa che faccia parlare: travestimenti teatrali appunto, che faccian dire "visto come è vestito, sentito cosa ha detto?". La differenza fra loro sta nel dopo: Morgan da gran venditore quale è porta avanti la sua immagine, Elio meno venditore tace e passa oltre (forse ha capito che dove l'ignoranza italiana parla, l'intelligenza tace).

Gli obiettivi delle selezioni di XFactor sono chiarissimi: non si cerca la qualità dei musicisti ma le vendite dei musicanti; l'assurdo in XFactor poi sta in alcuni giudici né musicisti né musicanti: finalmente liberati dalla Ventura degli anni passati ci rifilano la Cabello (ex veejay MTV) quest'anno. In una giuria dove si valutano musicisti e cantanti. Un po' come se chiamassero me in una commissione medica solo perché ieri ho preso l'aspirina. Allora mi chiedo: perché non facciamo un reality anche dell'Opera di Roma e dei suoi licenziati? L'italiano medio ne parlerebbe di più: certo non di quanto parla di calcio, ma sarebbe già qualcosa.