Si fa sempre più acceso il dibattito in merito a pensione anticipata 2015 e opzione donna: da una parte abbiamo un asset ormai definito con Poletti, Boeri e Damiano che paiono viaggiare (pur con le rispettive diversità) sulla stessa lunghezza d'onda, dall'altra il premier Renzi, che come già sottolineato nel corso di precedenti contributi stenta a prendere in considerazione con la dovuta 'apertura mentale' le storture del sistema previdenziale italiano. E' stato proprio il premier a volere Tito Boeri alla guida dell'INPS, figura storicamente 'contro' la Legge Fornero, ecco che l'avvio di un iter legislativo anti-Fornero doveva rientrare sin da subito nei piani del premier.

E invece l'ex sindaco di Firenze, un po' per pigrizia (continua a dare priorità ad altre questioni) un po' per via delle pressioni esercitate dall'UE e dal ministro dell'Economia Padoan (legato a doppio filo ai membri dell'Unione) continua a fare 'orecchie da mercante'. Eppure la deadline per iniziare a parlare seriamente di pensione anticipata 2015 e previdenza è già stata fissata a metà marzo, quando saranno definitivamente approvati i decreti attuativi del Jobs Act. Il tempo non è dunque molto e l'imperativo è arrivare a quella data con un'armonia e una condivisione di intenti senza le quali nessun provvedimento ampio o strutturato sarà possibile. Pienamente in linea con questo atteggiamento la mancata risposta in tema di opzione donna, con il relativo comitato pronto a dare battaglia all'INPS con l'avvio di una class action.



Pensione anticipata 2015 e opzione donna: riforma Poletti e proposta Boeri, Renzi dice no? - Il Comitato Opzione Donna 'cerca aderenti'

Parlando di pensione anticipata 2015 e previdenza bisogna in definitiva sottolineare il lavoro portato avanti da Boeri, Poletti e Damiano, che molte idee hanno in comune circa il riassetto di uno degli istituti previdenziali più utilizzati di sempre. Tutti e tre puntano ad una maggiore flessibilità in uscita, con Poletti che vuole si apportare dei correttivi alla Legge Fornero ma in modo meno deciso rispetto a Boeri e Damiano. Il primo propone un taglio alle Pensioni d'oro per incamerare risorse (oltre 4 miliardi di euro l'anno) e iniziare a smussare le tante ingiustizie previdenziali del nostro paese, il secondo punta sempre su Quota 100 o sulla creazione di un sistema che possa fissare per tutti una pensione anticipata 2015 a quota 41 anni di contributi a prescindere dall'età anagrafica di riferimento. Tutto lavoro che rimarrà lettera morta se il premier non si renderà presto di conto di come sia fondamentale agire in modi più decisi rispetto al passato.



Una delle vertenze più urgenti riguarda senz'altro l'opzione donna, con migliaia di lavoratrici che attendono ancora di sapere se quest'anno potranno continuare a fruire o meno dell'istituto. Il Comitato Opzione donna, che porta avanti la propria battaglia ormai da mesi, sta allestendo una class action per chiedere l'annullamento delle circolari interpretative che hanno ridotto i tempi in merito alle domande di accesso alla stessa opzione donna. L'istituto, lo ricordiamo, consente di accedere al pensionamento a quota 57 o 58 anni di età più 35 di contributi, ma se il governo Renzi non ratificherà una proroga lo strumento cadrà in disuso e non sarà più adottabile a norma di legge. A perorare la causa dell'opzione donna troviamo ancora una volta Damiano insieme al membro PD Maria Luisa Gnecchi, staremo a vedere; chiunque volesse aderire alla class action può visitare la pagina Facebook del Comitato, in questo momento 'in cerca' di aderenti. Seguiremo i futuri sviluppi, se desiderate rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' poco sopra il titolo del pezzo.