Mentre prosegue la ridda di dichiarazioni intorno alla riforma delle pensioni del governo Renzi, bisogna sottolineare come la legge Fornero continui il suo percorso e la vera e propria 'batosta' per chi intende andare in pensione dovrebbe arrivare proprio l'anno prossimo. Lo strumento dell'uscita flessibile dal mondo del lavoro avrebbe dovuto proprio stemperare alcuni eccessi che la riforma voluta dal governo Monti continua a produrre nel suo cammino: in parole semplici, dal 1 gennaio 2016 l'uscita dal mondo del lavoro si allontanerà ancora di più, per alcune categorie di quasi due anni.

La questione, ovviamente, non riguarda soltanto coloro che si trovano vicini alla pensione, ma anche e soprattutto i giovani per i quali si allontana il momento dell'ingresso nel mondo del lavoro. Nel frattempo, proseguono le dichiarazioni di rappresentanti del governo e delle opposizioni, mentre si avvicina la data del 1 gennaio 2016.

Poletti, il governo Renzi e le ultime news sulla riforma pensioni 2016

Il fatto che il governo Renzi non abbia trovato o non abbia voluto trovare un accordo per quanto riguarda una riforma delle Pensioni veramente strutturale e capace di limitare i rigori della legge Fornero viene pesantemente criticato da tutte le opposizioni, ma il "partito della nazione", come oramai viene ribattezzato il PD, prosegue lungo la sua strada: l'ultima dichiarazione in ordine di tempo è stata di Poletti, il quale ha ribadito come, senza la riforma delle pensioni Fornero, oggi l'Italia non potrebbe pagare gli assegni previdenziali e che l'esecutivo ha intenzione di proporre misure di flessibilità, anche se le proposte sono ancora allo studio.

Dichiarazioni arrivano anche dai 'soliti' Boeri e Damiano: il primo rilancia uno dei punti del suo 'piano' e chiede lo stop alle penalizzazioni sulle ricongiunzioni onerose, il secondo promette interventi risolutori per l'opzione donna e tutto il suo impegno per gli esodati. Niente di nuovo sotto il sole, si potrebbe dire. Intanto, ecco cosa accadrà a partire dal 1 gennaio 2016.

La 'batosta' del 1 gennaio 2016: ecco cosa accade senza una riforma delle pensioni 'strutturale'

Mentre a livello politico si discute se inserire un part-time oppure un prestito pensionistico o riconvertire tutto al contributivo, la riforma delle pensioni Fornero continua la sua marcia e per l'anno prossimo, cioè a partire dal 1 gennaio 2016, i requisiti per andare in pensione si allungano ancora di più.

Ecco il prospetto nello specifico:

  • requisiti anagrafici: nel settore pubblico, i lavoratori e le lavoratrici subiranno un incremento di 4 mesi e si potrà uscire a 66 anni e 7 mesi; nel settore privato, le lavoratrici dipendenti vedranno un aumento di circa due anni, dagli attuali 63 anni e 9 mesi si arriverà a 65 anni e 7 mesi; le lavoratrici autonome, infine, non potranno andare in pensione prima di 66 anni e 1 mese (rispetto ai 64 anni e 9 mesi del 2015) con una crescita di quasi un anno e mezzo
  • requisiti contributivi: l'aumento complessivo sarà di 4 mesi, i lavoratori usciranno con 42 anni e 10 mesi mentre le lavoratrici con un anno in meno, 41 anni e 10 mesi

Insomma, al di là delle battaglie politiche, questi sono i veri dati da analizzare: secondo voi, è possibile che alla fine si riesca a giungere a un accordo per il 2016? Oppure, il governo Renzi continuerà a rinviare i provvedimenti? Per aggiornamenti sulla riforma delle pensioni 2016, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.