Sulla riforma Pensioni, il lavoro, gli investimenti, le privatizzazioni il leader della Fiom-Cgil Maurizio Landini torna a criticare duramente il governo e il presidente del Consiglio nel quadro delle polemiche di questi giorni in sede europea. Secondo il segretario del sindacato dei metalmeccanici il premier Matteo Renzi "fa finta di essere moderno, ogni giorno - ha detto - se ne inventa una. Ma in realtà - ha sottolineato - è bloccato dentro le ricette sancite dall'Europa". Landini, che oltre ad essere il segretario della Fiom è anche il leader della Coalizione sociale che riunisce associazioni e movimenti di sinistra radicale o comunque alternativi al Pd renziano, ritiene che non si sia registrata nessuna differenza tra il governi che si sono succeduti in questi anni guidati da Mario Monti, Enrico Letta e Matteo Renzi.

Pensioni e lavoro, Landini contro Renzi e la 'finta polemica' con Juncker

"Dal Governo Monti in poi - ha detto Landini - non ci sono stati cambiamenti. Monti, Letta Renzi: sono cambiati i premier - ha sottolineato - ma i vincoli sono gli stessi. Si sta facendo quello - ha aggiunto il leader della Fiom oggi a margine dell'attivo delle delegate e dei delegati della Fiom Abruzzo Molise in corso a Pescara - che l'Europa ci chiede. Hanno - ha spiegato dal suo punto di vista Landini - tagliato le pensioni, privatizzato e reso liberi i licenziamenti". Sulle polemiche tra l'esecutivo e la Commissione Europea in materia di flessibilità sui conti il promotore della Coalizione sociale ritiene che si tratti di una finzione.

"Mi sembrano tutte finte", ha detto riferendosi al duello tra il primo ministro italiano e il presidente della Commissione Ue. "Per che cosa? Per avere lo 0.1 o 0.2? Per avere il tesoretto - ha aggiunto - e fare le cavolate di dare 500 euro ai diciottenni, anziché - ha spiegato - fare un reddito minimo e far partire investimenti?".

Il reddito minimo garantito è tra le proposte su cui il Governo Renzi, in effetti, non ha dato ancora nessuna risposta. Così come sull'aumento delle pensioni minime e più in generale sulla riforma pensioni, che il premier ha comunque promesso che sarà realizzata entro il 2016. Così come il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, sempre più in sinergia con la minoranza dem, anche Landini ritiene che sia necessario scontrarsi per la flessibilità sule pensioni piuttosto che qualche margine di flessibilità sui conti che poi viene usata male.

"Se si vuole fare una battaglia vera con l'Europa - ha detto oggi il leader del sindacato dei metalmeccanici Cgil - il problema non è qualche margine di flessibilità, bisognerebbe invece - ha sottolineato - cambiare le politiche". Secondo Landini è questo il "punto vero e sembra che il governo - ha affermato - non stia altro che facendo quello che l'Europa da tempo sta chiedendo e non si stanno mettendo in discussione - ha sottolineato Landini - i vincoli europei".

A proposito della riforma pensioni, uno dei temi cruciali nell'agenda del governo, le raccomandazioni dell'Europa, com'è noto, sono quelle di non toccare la legge Fornero, anche se proprio su questa materia i sindacati sono pronti alla mobilitazione continua se non dovessero arrivare risposte e si trovano in sintonia con la minoranza del Pd sul prepensionamento a sessantadue anni e trentacinque anni di contributi con l'otto percento di penalità e la cosiddetta quota 41 per i lavoratori precoci. Sarà il 2016 l'anno della svolta? Riuscirà il premier a "cambiare verso", come chiedono i sindacati, sul fronte delle pensioni e del lavoro?